Il Dlgs. 106 del 2006, emanato a norma della delega derivante dalla Legge 105 del 2005, detta la disciplina in materia di riorganizzazione dell’Ufficio del P.M.
In particolare, l’art.5 del predetto decreto, contempla il dovere del Procuratore Capo di tenere, in via esclusiva ovvero tramite un suo delegato espresso, i rapporti con gli organi di informazione.
Emerge, quindi, dal tenore della norma, un rafforzamento del controllo gerarchico del Capo dell’Ufficio sui sostituti posto che la ratio dell’intervento legislativo è quella di evitare che tra i singoli magistrati e la stampa si instaurino dei canali preferenziali ; ragione per la quale, tutte le informazioni relative all’attività degli Uffici di Procura devono essere riferite all’Ufficio stesso “impersonalmente” al fine di colpire la cd. “spettacolarizzazione” delle indagini che devono restare secretate e non risultare, quindi, quale frutto dell’attività del singolo magistrato.
Di tutto questo,e soprattutto delle criticità e della mancanza di un sistema giudiziario organizzativo ed organico, con regole e sanzioni proprie, abbiamo discusso con l’Avv. Arturo Bonsignore, avvocato penalista del Foro di Perugia, assieme al quale abbiamo valutato non solo gli effetti degli interventi normativi rapportandoli alla fiducia del cittadino verso le Istituzioni , ma abbiamo anche concentrato la nostra attenzione sul ruolo del giornalista, sui criteri adottati dallo stesso nella diffusione delle notizie relative a casi di cronaca giudiziaria soffermandoci anche sui rapporti che gli stessi intrattengono con gli Uffici di Procura.
Buon ascolto!