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Le Pillole di RCAP – n.2 – LA STRUTTURA DEL PARERE

Seconda puntata del “Radio Corso Atti e Pareri”
Come promesso, quest’oggi ci occuperemo della struttura del parere, attrezzo fondamentale per la buona riuscita in sede d’esame. Se dai più, viene snobbato, si avvertono i gentili passeggeri del jet “Iuslaw web radio” che il parere è la doppia prova che attende praticanti novelli e pluridecorati.
Non possiamo partire senza aver riepilogato prima – rapidi – per chi si fosse messo in ascolto solo in questo momento – le due perle di saggezza, la scorsa volta dispensati.
Reperire note a sentenza e sostituirle col rosario per i più religiosi, o per l’ultima web series appena caricata, per i più nerd.
Riesumare dal vecchio Invicta rosa e giallo quaderno a quadrettoni e carioca mille colori, concedendo alla mano il giusto respiro e permetterle di ricordare come si impugna una penna.
Non ci resta che iniziare.
La struttura del parere. Se il parere è una risposta argomentata, allora è chiaro che la redazione dello stesso deve seguire una struttura diretta ad esplicitare l’iter giuridico che il candidato deve seguire per addivenire alla risoluzione della questione di diritto.
La questione di diritto è l’interrogativo che deve guidare l’aspirante avvocato nella stesura della propria risposta.
Pertanto, a seguito della lettura della traccia e dopo aver annotato su di un foglio gli istituti che vengono in rilievo, occorre procedere con la predisposizione dello schema. Questo rappresenta la cartina di tornasole di tutto il parere, permettendo così di aver ben chiaro, passo dopo passo, ciò che abbisogna trascrivere, rendendo coerente e riconducibile ad unico sistema tutto ciò che la traccia d’esame richiede.
La struttura obbligatoria che il nostro elaborato deve contenere passa per i seguenti punti:
Primo. L’esordio. Questo rappresenta la nostra carta d’intenti;
Secondo. Il riepilogo della vicenda sottoposta. Questa parte tende a selezionare i fatti rilevanti ai fini della risoluzione della questione.
Terzo. La ricerca degli istituti generali. L’inquadramento non può prescindere dalla individuazione dell’istituto di diritto valevole per il caso concreto.
Quarto. La risposta ai quesiti individuati precedentemente. Questo è il nocciolo del nostro elaborato, perché rappresenta il nostro asset difensivo.
Quinto. La chiusura. La fase finale riepiloga quanto detto innanzi, rendendo organico il compito.
Per oggi questo e tutto.
Nel prossimo appuntamento ci occuperemo del primo punto. L’esordio, nostro biglietto da visita per la commissione, strumento atto a sorprendere e destare dal letargo il correttore.
Alla prossima e svegliati avvocatura!
di Vincenzo Grieco
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