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GABRIELE DEL GRANDE – CONFERENZA STAMPA IN SENATO

A margine della conferenza stampa appena conclusa nell’aula per i caduti di Nassiryia al Senato, le notizie su Gabriele Del Grande non sono confortanti. Dalla ultima e unica telefonata che il giornalista ha potuto fare ai familiari, sappiamo che è detenuto a Mugla, dove è stato trasferito dopo essere stato inizialmente fermato e detenuto a Hatay, sul confine con la #Siria. Del Grande si trova in stato di isolamento, ed è costantemente sottoposto a interrogatorio sulla sua attività di giornalista e di scrittore.
Durante la conferenza, il senatore Luigi Manconi, Presidente della Commissione Diritti Umani al Senato, ha comunicato di aver avuto un colloquio di un’ora e venti con l’ambasciatore turco, il cui contenuto è per larga parte riservato. L’ambasciatore ha concluso con la promessa di riferire alle autorità turche le istanze del governo italiano, preannunciando però che i tempi per la liberazione di Del Grande “potrebbero non essere brevi”.
Attraverso fonti politiche e diplomatiche la #Turchia ha comunicato che il fermo di Del Grande è stato disposto “per profili di sicurezza nazionale”. Tuttavia, nei primi 5 giorni dalle autorità turche non è pervenuta alcuna comunicazione, né ai familiari, né alle autorità italiane, ricorda il Sen. Manconi.
Solo ieri con la telefonata di Del Grande ai familiari, è stato conosciuta per la prima la località dove è attualmente detenuto, Mugla.
Durante la conferenza stampa, il Sen. Mancone ha ricevuto una telefonata con cui è stato informato che proprio in quel momento il Viceconsole italiano e un avvocato turco si trovavano davanti al centro detentivo di Mugla, dove hanno ricevuto il diniego di accesso per incontrare Gabriele.
Alla conferenza stampa è stata ribadita la indispensabilità di una “mobilitazione civile, la vigilanza e la presenza attiva della collettività, anche per la efficacia della stessa attività della Farnesina”.
Ciò che sappiamo attualmente è che Del Grande è stato fermato e detenuto per aver svolto il suo normale lavoro, cioè aver “incontrato persone, ricostruito vicende, percorso luoghi”. Non trovano invece conferma, né dalle autorità turche, né da Del Grande, le “melliflue, velate accuse che il giornalista abbia tentato di passare i confini con la Siria, che abbia avuto contatti con persone sospettate di terrorismo”, notizie che invece sarebbero emerse nel corso della detenzione nel primo centro di riconoscimento ad Hatay. Lo ha ricordato il Sen. Manconi.
Il Sen. Manconi e l’avv. Alessandra Ballerini, già legale della famiglia Regeni, hanno elencato cinque rivendicazioni primarie, pacificamente riconosciute dalla Convenzione di Vienna:
1) un incontro di Gabriele con l’ambasciatore italiano a Ankara, con la possibilità di colloquio riservato;
2) una visita a Gabriele da parte di un medico della ambasciata italiana;
3) la assistenza di un avvocato turco, che attualmente è già indicato; l’avvocato deve poter incontrare personalmente Gabriele, accedere agli atti giudiziari che lo riguardano (al momento forse persino inesistenti), conoscere immediatamente le accuse;
4) la possibilità per Gabriele di relazioni assidue con i propri familiari e gli avvocati;
5) già sei giorni fa, in occasione di un incontro tra il Ministero degli Esteri italiano e il Ministero degli Esteri e il Ministero dell’Interno turco, il ministro degli Esteri turco ha promesso di inviare una nota verbale all’ambasciatore italiano ad Ankara con i formali motivi del fermo di Gabriele. Ciò non è ancora avvenuto e si pretende il rispetto di questa promessa.
Per aderire alla mobilitazione civile, è necessario scrivere al seguente indirizzo email: iostocongabrielelibero@gmail.com
Alla domanda su quale sia la strada attualmente percorsa dalla Farnesina, il Sen. Manconi ha ricordato che il Ministero si preoccupa di tenere un costante contatto con la famiglia, e procede “attraverso i canali politico/diplomatici tradizionali, con tutti i limiti che la situazione turca attuale rende purtroppo ancora più gravosi”.
Alla conferenza era presente anche la giornalista Concita De Gregorio, la quale ha ricordato che il Presidente di Amnesty International ha avvertito che il governo turco dispone per legge di 14 giorni utili per formalizzare l’accusa. De Gregorio ha ribadito che “questo tempo, il tempo del silenzio, è usato per rintracciare le fonti del giornalista, minacciarle e zittirle”.
Pubblichiamo il testo della trascrizione della telefonata di Del Grande alla famiglia, distribuito alla conferenza stampa.

INTERVISTA A CONCITA DE GREGORIO

https://webradioiuslaw.it/concita-de-gregorio-un-giornalista-gabriele-del-grande-arrestato-turchia/

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